La stalla, luogo sacro in cui viene ospitato il cavallo nei giorni del Palio di Siena
Siamo a quattro giorni dal Palio, è il momento della tratta, quando i dieci barberi che affronteranno la corsa vengono estratti a sorte. È una mattinata intensa: i cavalli vengono divisi in batterie e corrono i tre giri sotto gli occhi dei capitani e dei tanti contradaioli radunati in Piazza del Campo. Al termine delle cosiddette “batterie di selezione”, i capitani scelgono i dieci cavalli. Arriviamo così ad uno dei momenti più intensi del Palio, quello della tratta, durante la quale ad ogni contrada viene assegnato – estratto a sorte – un cavallo. Ed è a questo punto che il cavallo, tra canti di gioia o di speranza, viene portato dal barbaresco e dal popolo della Contrada verso la sua casa per i 4 giorni di Palio: la stalla.
In passato erano vere e proprie stalle, spesso prestate da carrettieri o privati alla Contrada che ne disponeva solo per i quattro giorni della festa. Oggi sono ambienti dedicati esclusivamente al cavallo nei giorni di Palio, e permettono di ricevere, oltre alle amorevoli cure del barbaresco, anche tutte le cure veterinarie necessarie. Quello che nel corso del tempo non è mai cambiato è però la sua funzione di centro nevralgico della Contrada, quasi di santuario in cui riposa il vero e assoluto protagonista del Palio: il cavallo.
Le stalle sono un luogo talmente caro alle Contrade che per tradizione il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, vengono benedette con un Rito dedicato, spesso seguito da un piccolo rinfresco bene augurante con i contradaioli.
Dove: ogni contrada ha la propria stalla all’interno del territorio
Quando: le stalle sono aperte solo nei giorni del Palio (qualora la Contrada corra), ma non sono visitabili se non esternamente.