Storia e tradizioni del popolo senese.
La città di Siena storicamente si divide in 17 contrade che si collocano esattamente nei Terzi di Città, San Martino e Camollia.
Le 17 contrade furono definite nel 1729 con il “Bando sui Confini” della Governatrice Violante Beatrice di Baviera e sono: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone.
La Contrada oltre che dal suo territorio dai confini ben definiti è rappresentata soprattutto dal suo popolo: i contradaioli. L’appartenenza del contradaiolo alla contrada viene definita per: luogo di nascita, in quanto nato in quel determinato territorio e si parla quindi di contradaiolo nativo; discendenza: sono appartenenti ad una contrada i bambini nati da genitori di estrazione contradaiolo in un luogo che non necessariamente “fa contrada”.
Simpatia: consente a coloro che non appartengono alle precedenti categorie di scegliere “per simpatia” una contrada e diventarne membri, pagando un protettorato e partecipando attivamente alla vita della stessa. Per conoscere davvero la storia di una contrada bisogna visitare i musei. Ogni contrada ha infatti un proprio museo che custodisce tesori unici e curiosità legate alla contrada, oltre alla raccolta dei palii vinti, opera di grandi artisti. Un museo di contrada di cui non sveleremo il nome, ma lasceremo a voi il piacere di scoprirlo, custodisce addirittura un “drappellone” dipinto dal grande maestro dell’arte contemporanea, Fernando Botero.
È tipico trovare questi “trofei” nella Sala delle Vittorie di ogni museo. Il Drappellone o Palio che i senesi chiamano il “cencio”, coincide con un dipinto originale, opera di diversi artisti, realizzato su uno stendardo di seta che a conclusione del Palio viene consegnato nelle mani del popolo vittorioso. Sempre nella Sala delle Vittorie è possibile ammirare i masgalani, assegnati alla comparsa che si è dimostrata essere la migliore, per eleganza e coordinazione, durante il momento solenne che precede la corsa, ovvero il corteo storico.
Sempre all’interno dei musei di contrada, si trova una sezione dedicata alla tradizione religiosa e che raccoglie pregiate opere di arte sacra provenienti dalla chiesa o dall’oratorio di contrada. Oltre a paramenti, arredi sacri e “trofei” i musei di contrada conservano anche i costumi “le monture” indossate nel corso della storia e le antiche bandiere.
Sito: museo.tartuca.it
Instagram: @museo.tartuca