Palazzo delle Papesse

Palazzo delle Pepesse facciata

Un palazzo di lignaggio papale che oggi ospita il Centro per l’Arte Contemporanea senese

Lungo via di Città, a pochi passi da Piazza del Campo e dal Duomo di Siena, sorge l’imponente e inconfondibile Palazzo Piccolomini, noto come Palazzo delle Papesse, straordinario esempio di architettura rinascimentale di gusto fiorentino dalla tipica facciata in pietra a bugnato, costruito tra il 1460 e il 1495.

Ma chi erano le Papesse?

Questo appellativo evoca Caterina e Laudomia Piccolomini, sorelle di Papa Pio II, il papa senese artefice della riedificazione di Pienza, dove nacque. Proprio Caterina si occupò di dirigere tutta l’impresa della costruzione del palazzo, con uno stile per niente senese, ma strettamente associato alla famiglia Piccolomini. Ad occuparsi del progetto fu Bernardo Rossellino, l’architetto preferito del Pontefice Pio II, realizzando un edificio che ricorda sia Palazzo Ruccellai di Leon Battista Alberti, sia quello che lo stesso Rossellino disegnò per il Palazzo Piccolomini di Pienza. Nel 1633 il Palazzo delle Papesse ebbe un ospite illustre: Galileo Galilei. Dopo la condanna da parte dell’Inquisizione, lo scienziato pisano fu infatti obbligato agli arresti domiciliari nella residenza dell’ambasciatore del Granduca di Toscana, Francesco Niccolini, a Trinità dei Monti a Roma. Potè lasciare la città pontificia nel mese di luglio dello stesso anno, grazie all’Arcivescovo Ascanio II Piccolomini, che lo ospitò a Siena proprio nel Palazzo delle Papesse. Durante il soggiorno senese, Galilei ebbe modo di incontrare e scriversi con personalità della città e intraprendere, nonostante la condanna, anche dibattiti scientifici. Fece anche alcune osservazioni della luna dall’altana del palazzo, posizionata sul tetto dell’edificio, dalla quale si può tuttora godere di un magnifico panorama della città di Siena. Verso la fine del ‘600 la nobile famiglia Piccolomini, tra le più importanti e influenti della città, nonché banchieri della corte papale, si estinse. Pio II aveva però creato la Consorteria Piccolomini per riunirne i vari rami che si erano formati nel corso dei secoli, e proprio la Consorteria decise di affittare il Palazzo al Convitto dei Tolomei, nato nel 1629 ad opera di Celso Tolomei, la cui missione era quella di educare i giovani nobili. Il Convitto vi rimase fino all’inizio dell’800: alle Papesse si installò lo Scrittoio delle Regie Fabbriche, statale, e diventò così sede di vari uffici governativi, tra cui l’Archivio di Stato poi trasferitosi in un altro palazzo Piccolomini… ma in via Banchi di Sotto. Nel 1884 il Palazzo delle Papesse fu acquisito dalla Banca d’Italia, ed a questo periodo risalgono alcune modifiche, come gli affreschi in stile neorinascimentale che decorano le sale del piano nobile. Dopo 100 anni e un nuovo restauro, nel 1998 il palazzo viene riaperto come Centro d’Arte Contemporanea ed ospita mostre internazionali. Dove: Via di Città 126 Quando: meraviglia visitabile durante gli orari di apertura delle Mostre | Sito: https://www.palazzodellepapesse.it/  

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