L’antico acquedotto, un labirinto di canali scavati sotto la città di Siena
Il termine “buctinus“, probabilmente per la volta a “botte”, appare per la prima volta in un documento del 1226 e dà origine al nome Bottini, con cui vengono chiamati, ancora oggi, gli acquedotti sotterranei.
Passeggiando per le vie di Siena non è difficile incontrare grandi fonti e piccole fontanelle. Ma non tutti sanno che ad alimentare queste fonti e i vari pozzi sparsi per la città è un labirinto di cunicoli scavati nel sottosuolo cittadino e lungo oltre 25 km, di norma alti 1,80 metri e larghe meno di 1 mt.
Data la sua posizione collinare e la mancanza di importanti corsi d’acqua, Siena ha sempre dovuto ricorrere a scelte alternative per l’approvvigionamento di un bene primario come l’acqua. La roccia tenera e tufacea, su cui sorge, ha permesso di scavare un ingegnoso sistema di cunicoli, che oggi è possibile percorrere a piedi, dove l’acqua piovana dal “gorello” – un piccolo canale alla base del camminamento – scorre fino a raggiungere le fonti storiche.
L’intero sistema di approvvigionamento idrico antico, che fra rami principali e derivazioni, rappresenta un elemento fondamentale della storia e della cultura della città.
La leggenda narra che i “guerchi”, gli operai addetti alla costruzione dei bottini, spesso fuggivano perchè spaventati dall’apparizione di creature sotterranee: gli omiccioli e i fuggisoli. I primi erano simili a folletti, mentre i secondi apparivano come lampi di luce improvvisi. Molto probabilmente le strane visioni dei “guerchi” erano dovute da una parte dal timore di quei luoghi bui e inesplorati e dall’altra agli effetti dell’alcool, poichè parte del loro compenso era in vino.
I bottini e le sue Fonti sono stati per centinaia di anni l’unico sistema per l’approvvigionamento idrico, fino a quando, nel primo ventennio del XX secolo, arrivò in città l’acqua delle sorgenti del Vivo, che dal Monte Amiata con il nuovo acquedotto e la sua distribuzione portò l’acqua nelle case dei senesi.
Due sono i rami principali dei bottini, quello più antico il Bottino maestro di Fontebranda, che si trova a notevole profondità e che da Fontebecci porta l’acqua fino alla Fonte di Fontebranda, e il Bottino maestro di Fonte Gaia, realizzato intorno al 1300, che alimenta la fonte di Piazza del Campo, Fonte Gaia e con il trabocco, anche altre fonti minori.
I Bottini oltre ad essere importanti opere ingegneristiche civili, hanno avuto anche la loro importanza strategica. Nel 1554 l’esercito dell’imperatore Carlo V tentò di prendere Siena passando per questi canali e per poco non ci riuscì. Nel giugno del 1944 i partigiani progettarono di liberare Siena occupata dai tedeschi sempre per questa strada, ma rinunciarono.
PRENOTAZIONI:
Attenzione: le visite ai Bottini non sono disponibili tutto l’anno e si svolgono in date limitate, con accessi contingentati solo in determinati periodi.
Tel: 0577 292614 /5, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.30
Mail: ticket@comune.siena.it (indicando la data, il numero dei partecipanti, recapito telefonico).
Al momento della prenotazione verrà verificata la disponibilità per la data richiesta e comunicate le modalità per il pagamento anticipato dei biglietti
Prenotazione Online: https://siena.b-ticket.com/ticketshop/webticket/shop? (Le prenotazioni non sono sempre disponibili )