Uno dei vicoli più particolari di Siena
A Siena c’è un luogo che, per secoli, è stato bandito dalla pubblica frequentazione perché, si diceva, inducesse al peccato.
Un luogo stretto, isolato, buio, senza vie di fuga. Si tratta del Vicolo delle Carrozze, un vicolo molto caratteristico della città che fu riaperto solo nel 1982.
Il vicolo, adesso senza sfondo, in passato sfociava nell’odierno vicolo di Vallepiatta mediante un accesso esistente ancora oggi posto all’interno di un portone.
Alle fine del Duecento il vicolo fu chiuso con un cancello dal lato di Diacceto.
Una rubrica dello Statuto dei Viari del 1298, infatti, ordinò che il vicolo fosse chiuso da ambedue i lati. Le motivazioni alla base di questa drastica decisione risiedevano nel fatto che la strada era così buia che vi si commettevano molti “peccata”, qui vi si nascondevano malintenzionati che volevano uccidere o ferire qualcuno, e durante la sera, con il favore delle tenebre, potevano agire indisturbati.
Il Comune avrebbe preferito venderlo o affittarlo a qualche privato, ma tale soluzione non fù possibile, si stabilì quindi che venisse murato definitivamente così che nessuno potesse farvi accesso.
La denominazione attuale del vicolo ci chiarisce l’utilizzo che ne fu fatto alla fine del Seicento, quando il suo ingresso era in piazza San Giovanni, di fronte alla scalinata del Battistero. La vicinanza ad uno degli alberghi più importanti della città, l’albergo “La Scala”, dava al vicolo un nuovo ruolo, che divenne il parcheggio delle carrozze e dei calessi dei signori che soggiornavano in città.
Oggi al vicolo si accede esclisivamente da via Diacceto mentre tutti gli altri accessi sono stati chiusi all’ inizio dell’Ottocento quando il cancello veniva aperto solo per il passaggio di carrozze e cavalli.