La strada senese dove il mondo finisce
Sul piazzale antistante la Chiesa di Santo Spirito, a destra guardando la chiesa stessa, si apre il vicolo di Finimondo.
Oggi il vicolo, che si trova nella Nobile Contrada del Nicchio, non ha sbocchi, termina in una parete murata dove campeggia un tabernacolo settecentesco dov’è presente un bassorilievo, la Madonnina di Finimondo, eletta da tutto il rione dei Pispini a tabernacolo mariano e oggetto di culto.
Ogni anno, in occasione della festa della Madonna, i bambini della Contrada animano il rione e addobbano il tabernacolo.
Finisterre, dal latino finis terrae che si traduce in “fine del mondo”, in Galizia, è il luogo dove termina o inizia il Cammino di Santiago di Compostela.
Finisterre e Finimondo hanno in comune la conchiglia: simbolo del cammino di Santiago e della Contrada del Nicchio, dove il vicolo, alto e stretto, parte dalla piazza di Santo Spirito.
Da una parte c’è l’ex convento, oggi carcere, dall’altra una serie di palazzi attaccati uno all’altro. E nella chiesa di Santo Spirito c’è una statua di San Giacomo con la conchiglia di Santiago.
Il termine finimondo attribuito ad una strada senza uscita indusse Virgilio Grassi, grande conoscitore di storia senese, a supporre che la bizzarra denominazione provenisse «dal non avere sfondo, datale quasi, per esagerazione popolare, come se in essa il mondo finisse».
In realtà il toponimo finimondo ha un’origine molto diversa, nel medioevo la strada passava dietro le case dei Pispini, costeggiava l’Abbadia Nuova, e usciva dalla porta di Busseto. Da questa strada si raggiungeva un podere che si trovava proprio fuori dalle mura, chiamato, appunto Podere Finimondo. E’ probabile quindi che prima della costruzione del palazzo che ha reso cieco il vicolo, questo conducesse a una porticina dalla quale si accedeva ai terreni di questo podere.
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